I legittimari sono solo i soggetti facenti parte del ristretto nucleo familiare del defunto (coniuge, figli e genitori) mentre gli eredi legittimi possono essere tutti i suoi parenti entro il sesto grado (legittimari compresi).
Questo vuol dire che se il defunto lascia tutto il suo patrimonio ad un estraneo, i legittimari possono agire in giudizio per veder riconosciuta la loro quota di eredità, mentre gli eredi legittimi non possono avanzare alcun tipo di pretesa.
Invece, nel caso in cui il defunto sia morto senza disporre del suo patrimonio ereditario si apre la successione legittima a favore, appunto, degli eredi legittimi, fra i quali possono essere compresi anche dei legittimari.
Proviamo a riassumere tutto con un semplice esempio: un defunto che lascia in vita il coniuge e un fratello.
In tal caso, se non dispone diversamente con testamento, la legge stabilisce che la sua eredità spetterà per 2/3 al coniuge e per 1/3 al fratello.
Se, invece, lascia tutto il suo patrimonio con testamento ad un amico, la legge stabilisce che soltanto il coniuge possa agire in giudizio per vedersi riconosciuta una quota di riserva pari, però, a 1/2 dell’eredità. Il fratello, dunque, non potrà vantare alcun diritto sulla successione.